di Mattia Cipolletti
Ho deciso di intervistare “virtualmente” Luigi XIV, re di Francia dal 1643 al 1715,personaggio che mi ha estremamente incuriosito per le sue gesta.
Ecco a voi l’intervista:
“ Re Luigi, sappiamo tutti che non ha avuto un’infanzia molto facile…Cosa ricorda di quel periodo? “Sono dovuto scappare e lasciare Versailles quando avevo a mala pena due o tre anni e questo mi ha fatto pensare sin da subito che il parlamento, che si era imposto alla volontà di mio padre, avrebbe ostacolato in tutti i modi il sogno di realizzare una monarchia assoluta”.
“Una volta divenuto sovrano, cosa le ha fatto scegliere il sole come simbolo?” “ Sicuramente il sole è il simbolo di grandezza ed è il corpo celeste più vicino a Dio, il quale mi ha scelto personalmente per guidare la Francia”.
“ Cosa l’ha spinta a dire la storica frase “Lo stato sono io!?”
“Come ho già detto è stato Dio a scegliermi per guidare la Francia e non posso deluderlo! Ho dovuto cercare in ogni modo di dimostrare la mia potenza, al punto da eliminare il parlamento, che era già d’intralcio e che ai miei occhi sembrava solo il simbolo della debolezza dello stato” .
“A questo proposito, come era la sua vita all’interno della Reggia di Versailles?” “Anche la reggia è stata fatta costruire per simboleggiare il mio potere, infatti basta sapere che era all’ordine del giorno avere come ospiti almeno cinquemila nobili e altrettanti condottieri di eserciti o sottomessi. Per quanto riguarda la mia vita di tutti i giorni, vengo svegliato alle otto da un valletto e altri nobili accorrono per indossare la camicia, allacciarmi gli stivali e spruzzare il profumo, infatti la doccia è considerata come qualcosa di nocivo e se aspetto ospiti, li incontro nella colture delle arance per camuffare il mio odore. Oltretutto per evitare che gli ospiti possano vedere i miei capelli, faccio indossare ai miei valletti delle parrucche.”
“Come si pongono i sudditi nei suoi riguardi?” “Credo che i miei sudditi mi amino, nonostante la difficile situazione economica che stanno vivendo. Penso altrettanto che quando sarà la mia ora, vivranno tutti un lungo lutto e mi ricorderanno come il più importante dei Re di Francia”.
Con queste parole si chiude l’intervista ad uno dei personaggi storici più rappresentativi dell’età moderna.
Mattia Cipolletti, 2^C
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