Non ho mai creduto alle storie horror, ma da quando ho vissuto un’esperienza orrenda ho iniziato a farlo.
Mi chiamo Goffredo e sono un ingegnere civile appena uscito dall’Università. Dopo essermi laureato con la lode, un docente della facoltà, il Professor Bartolini, mi ha proposto il mio primo incarico. Non posso descrivere il mio entusiasmo, non ci potevo credere: appena laureato, subito un lavoro! Il professore mi aveva detto che nella Romania meridionale, vicino a Bucarest, c’era un imponente castello che doveva subire un progetto di riqualificazione. Non aspettai un attimo: il giorno dopo presi l’aereo per andare in Romania. Appena arrivato, mi recai in una taverna, che si trovava a pochi metri dal castello. Quando la signora, che capiva e parlava molto bene l’italiano, venne a sapere che dovevo stendere un progetto per ridare vita al castello, mi disse subito che mi doveva parlare. Mi rivelò una leggenda che mi terrorizzò: molti anni prima, un conte, che abitava lì da solo, venne morso da un pipistrello e da quel giorno diventò un mostro, anzi un vampiro. Il mattino seguente arrivai davanti alla fortezza. Erano presenti: l’operaio-capo,il signor Caragiale, il geometra di origini milanesi, il signor Fumagalli, e altri della squadra progettuale insieme agli operai. Decisi di entrare nel castello, anche se regnava un vero e proprio caos. A parte il disordine, era un maniero anche internamente veramente semplice.
La prima giornata andò per il verso giusto: noi della squadra progettuale eravamo ben compatti nelle scelte e c’era anche un buon rapporto con la squadra operaia. La notte, ripensando alle parole della signora della taverna, mi misi a letto, quando squillò il cellulare. Era Caragiale, il capo operaio, che mi disse che la gente sentiva dei rumori dentro la fortezza. Mi rimisi in tuta e con una torcia, accompagnato da Caragiale, entrai dentro il castello; decidemmo che io avrei controllato il piano terra, mentre lui le stanze degli altri piani. Ad un certo punto lo sentii lottare in maniera furibonda con qualcuno. Non feci in tempo ad andare di sopra che vidi il corpo del capo operaio rotolare per le scale del castello. Guardai il suo collo: era stato morso! Mi precipitai di sopra, ma non feci in tempo a vedere il vampiro che, con il suo mantello nero, si era già trasformato in pipistrello. La storia del vampiro non era dunque fantasia ma verità. La notte ebbi dei terribili incubi…
Essendo a capo dei lavori, con il consenso delle amministrazione, decisi di interromperli per un breve periodo. La notte seguente ero intenzionato a incontrare il vampiro. Ed ecco che era proprio lì, davanti a me, alto, robusto, occhi rossi vivaci come il sangue fresco e … denti aguzzi! Mi parlò con voce tetra e io subito presi una piccola croce in legno e la misi davanti. Iniziò a soffrire, fino a quando cercai di prendere qualcos’altro che lo potesse tenere lontano da me. Mi urlò supplicandomi di lasciarlo in pace, quando si trasformò in pipistrello e volò via. Da quel momento non si fece più vivo, ma altri strani omicidi accaddero in Romania nel corso degli anni successivi. Me lo sentivo, sarebbe tornato più forte, per vendicarsi.
Francesco Calcinari (2^D)
Bellissima storia, bravo Francesco!