EDITORIALE

Questo periodo dell’anno rappresenta un momento molto importante per noi alunni delle classi terze, infatti ci troviamo a compiere per la prima volta una scelta decisiva per il nostro futuro: individuare la scuola superiore in cui coltivare e portare avanti i nostri sogni e progetti, diventando dei giovani preparati e responsabili. Ovviamente, non per tutti è facile comprendere fin da subito quello che piace veramente svolgere nella vita, infatti solo pochi privilegiati lo sanno fin da piccoli ed hanno un proprio sogno da realizzare. E’ una scelta determinata da molti fattori e, grazie all’attività di orientamento proposta dalla nostra scuola, abbiamo scoperto meglio i nostri interessi, spesso molto diversi da quelli che erano i nostri sogni e desideri vissuti da piccoli. A scuola ci sono stati offerti degli incontri con un’ orientatrice che, oltre ai test con le crocette, ci ha fatto svolgere delle attività volte ad una maggiore conoscenza di noi stessi. Queste ultime ci hanno fatto capire i nostri interessi e i nostri talenti. In base a questo percorso, abbiamo compreso che i consigli dati dai professori o dai nostri genitori e soprattutto la scelta fatta dagli amici non ci devono influenzare o comunque possono servire, ma soltanto ragionando con la nostra mente ed in modo assolutamente autonomo. L’orientamento ci ha fatto capire che la scelta della scuola è qualcosa che oggi si può definire solo in parte e dobbiamo ancora lavorare sodo su noi stessi, poiché il nostro percorso di crescita non avrà mai fine. Anche dopo aver terminato la scuola, indipendentemente dal percorso che scegliamo e dal lavoro che intraprendiamo, dobbiamo continuare a conoscere noi stessi per migliorare le nostre capacità. Ci ritroveremo in un istituto nuovo, con facce sconosciute e perciò dovremo ricominciare tutto da capo: in fondo ogni inizio è esaltante, ma allo stesso tempo ci trasmette ansia e paura. É come iniziare una nuova vita nella quale molte volte è difficile integrarsi con il gruppo classe, soprattutto per le persone timide. La scuola media è il passaggio dall’essere un bambino a un adolescente. Speriamo che ognuno alunno trovi davvero la scuola adatta a sé stesso e che nei prossimi anni riesca ad abituarsi ad ogni tipo di cambiamento.

       Samije Muaremi 3^C

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Il vampiro assassino

imagesOZ0ES0N3Non ho mai creduto alle storie horror, ma da quando ho vissuto un’esperienza orrenda ho iniziato a farlo.

Mi chiamo Goffredo e sono un ingegnere civile appena uscito dall’Università. Dopo essermi laureato con la lode, un docente della facoltà, il Professor Bartolini, mi ha proposto il mio primo incarico. Non posso descrivere il mio entusiasmo, non ci potevo credere: appena laureato, subito un lavoro! Il professore mi aveva detto che nella Romania meridionale, vicino a Bucarest, c’era un imponente castello che doveva subire un progetto di riqualificazione. Non aspettai un attimo: il giorno dopo presi l’aereo per andare in Romania. Appena arrivato, mi recai in una taverna, che si trovava a pochi metri dal castello. Quando la signora, che capiva e parlava molto bene l’italiano, venne a sapere che dovevo stendere un progetto per ridare vita al castello, mi disse subito che mi doveva parlare. Mi rivelò una leggenda che mi terrorizzò: molti anni prima, un conte, che abitava lì da solo, venne morso da un pipistrello e da quel giorno diventò un mostro, anzi un vampiro. Il mattino seguente arrivai davanti alla fortezza. Erano presenti: l’operaio-capo,il signor Caragiale, il geometra di origini milanesi, il signor Fumagalli, e altri della squadra progettuale insieme agli operai. Decisi di entrare nel castello, anche se regnava un vero e proprio caos. A parte il disordine, era un maniero anche internamente veramente semplice.

La prima giornata andò per il verso giusto: noi della squadra progettuale eravamo ben compatti nelle scelte e c’era anche un buon rapporto con la squadra operaia. La notte, ripensando alle parole della signora della taverna, mi misi a letto, quando squillò il cellulare. Era Caragiale, il capo operaio, che mi disse che la gente sentiva dei rumori dentro la fortezza. Mi rimisi in tuta e con una torcia, accompagnato da Caragiale, entrai dentro il castello; decidemmo che io avrei controllato il piano terra, mentre lui le stanze degli altri piani. Ad un certo punto lo sentii lottare in maniera furibonda con qualcuno. Non feci in tempo ad andare di sopra che vidi il corpo del capo operaio rotolare per le scale del castello. Guardai il suo collo: era stato morso! Mi precipitai di sopra, ma non feci in tempo a vedere il vampiro che, con il suo mantello nero, si era già trasformato in pipistrello. La storia del vampiro non era dunque fantasia ma verità. La notte ebbi dei terribili incubi…

Essendo a capo dei lavori, con il consenso delle amministrazione, decisi di interromperli per un breve periodo. La notte seguente ero intenzionato a incontrare il vampiro. Ed ecco che era proprio lì, davanti a me, alto, robusto, occhi rossi vivaci come il sangue fresco e … denti aguzzi! Mi parlò con voce tetra e io subito presi una piccola croce in legno e la misi davanti. Iniziò a soffrire, fino a quando cercai di prendere qualcos’altro che lo potesse tenere lontano da me. Mi urlò supplicandomi di lasciarlo in pace, quando si trasformò in pipistrello e volò via. Da quel momento non si fece più vivo, ma altri strani omicidi accaddero in Romania nel corso degli anni successivi. Me lo sentivo, sarebbe tornato più forte, per vendicarsi.

                                                              Francesco Calcinari (2^D)

 

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