EDITORIALE Questo periodo dell’anno rappresenta un momento molto importante per noi alunni delle classi terze, infatti ci troviamo a compiere per la prima volta una scelta decisiva per il nostro futuro: individuare la scuola superiore in cui coltivare e portare avanti i nostri sogni e progetti, diventando dei giovani preparati e responsabili. Ovviamente, non per tutti è facile comprendere fin da subito quello che piace veramente svolgere nella vita, infatti solo pochi privilegiati lo sanno fin da piccoli ed hanno un proprio sogno da realizzare. E’ una scelta determinata da molti fattori e, grazie all’attività di orientamento proposta dalla nostra scuola, abbiamo scoperto meglio i nostri interessi, spesso molto diversi da quelli che erano i nostri sogni e desideri vissuti da piccoli. A scuola ci sono stati offerti degli incontri con un’ orientatrice che, oltre ai test con le crocette, ci ha fatto svolgere delle attività volte ad una maggiore conoscenza di noi stessi. Queste ultime ci hanno fatto capire i nostri interessi e i nostri talenti. In base a questo percorso, abbiamo compreso che i consigli dati dai professori o dai nostri genitori e soprattutto la scelta fatta dagli amici non ci devono influenzare o comunque possono servire, ma soltanto ragionando con la nostra mente ed in modo assolutamente autonomo. L’orientamento ci ha fatto capire che la scelta della scuola è qualcosa che oggi si può definire solo in parte e dobbiamo ancora lavorare sodo su noi stessi, poiché il nostro percorso di crescita non avrà mai fine. Anche dopo aver terminato la scuola, indipendentemente dal percorso che scegliamo e dal lavoro che intraprendiamo, dobbiamo continuare a conoscere noi stessi per migliorare le nostre capacità. Ci ritroveremo in un istituto nuovo, con facce sconosciute e perciò dovremo ricominciare tutto da capo: in fondo ogni inizio è esaltante, ma allo stesso tempo ci trasmette ansia e paura. É come iniziare una nuova vita nella quale molte volte è difficile integrarsi con il gruppo classe, soprattutto per le persone timide. La scuola media è il passaggio dall’essere un bambino a un adolescente. Speriamo che ognuno alunno trovi davvero la scuola adatta a sé stesso e che nei prossimi anni riesca ad abituarsi ad ogni tipo di cambiamento.
Samije Muaremi 3^C
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Fino a quando la mia stella brillerà postato il 21 Aprile 2022 da admin
di Luca Biondi
Nel corso del mese di Marzo, ho scelto di leggere la biografia destinata ai ragazzi e scritta da Liliana Segre, un’ ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti. E’ stata una lettura molto coinvolgente che mi ha fatto conoscere la tragica realtà della shoah e delle atrocità prodotte dal regime nazista.
Liliana Segre è una bambina che vive a Milano, in seguito alla morte della mamma, viene viziata e coccolata dai nonni a dal padre. Liliana ama giocare in cortile con le sue amiche soprattutto con Elda e Delia che abitano nello stesso palazzo. Lei trascorre anche molto tempo con le sue baby-sitter Susanna e Caterina, mentre durante l’estate va al mare a casa degli zii. Una sera mentre Liliana cenava, il padre gli disse che non poteva più andare a scuola. E da quel momento la vita di Liliana si capovolge. Liliana è costretta a cambiare scuola e a non rivedere più le sue amiche. Il padre per paura decide di trasferirsi in campagna e poi in Svizzera. Liliana con il padre fanno un lungo viaggio e tante ore di cammino, ma quando arrivano al confine vengono respinti dalle guardie svizzere e arrestati in Italia. Da questo momento passano da un carcere ad un altro e, nel gennaio del 194,4,vengono de portati nei campi di concentramento. Il viaggio dura una settimana e una volta arrivati donne, uomini e bambini vengono separati ed intere famiglie sono allontanate. La vita nel campo di concentramento è molto dura, ma Liliana ha voglia di vivere e riesce a superare numerosi pericoli. Finalmente a maggio del 1945 le truppe americane aprono i cancelli e Liliana può finalmente iniziare una nuova vita. Liliana, dopo la liberazione, è cambiata tanto e non riesce più a dare fiducia al prossimo, finché non incontra Alfredo, il suo futuro marito. Il libro mi è piaciuto molto perché racconta la verità sulla guerra attraverso lo sguardo di una bambina. Consiglio la lettura di questo romanzo a tutti i ragazzi delle medie e non solo!
Luca Biondi, 1^B
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