di Susanna Mori
Quest’anno a Tokyo si sono tenute le Paralimpiadi e, nonostante si siano svolte con un anno di ritardo a causa della pandemia, sono stati 13 giorni magici.

Gli Azzurri hanno conquistato ben 69 medaglie in 11 discipline, di cui 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi.
Un risultato indimenticabile è stato, senza ombra di dubbio, la tripletta messa a segno da Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contraffatto, rispettivamente prima, seconda e terza, nella finale dei 100 metri.
Una delle azzurre a conquistare un oro è stata Bebe Vio. Lei è per tutti noi un esempio di coraggio e di forza. A undici anni, si è ammalata di meningite B , ma con caparbietà ha ripreso in mano la sua vita fino ad arrivare a gareggiare nel 2010, in carrozzina. Nel 2011 è entrata nella Nazionale di scherma paralimpica e dal 2014 ha vinto tutte le principali competizioni internazionali: gli Europei, i Mondiali, la Coppa del Mondo e le Paralimpiadi.
La campionessa paralimpica a inizio aprile 2021 aveva contratto un’infezione da stafilococco talmente grave da far temere il peggio, ovvero l’amputazione dell’arto sinistro e persino la morte. Ancora una volta però Bebe non si è arresa di fronte alle difficoltà, ha superato il momento critico ed è riuscita a conquistare l’oro individuale nel fioretto e l’argento a squadre.
La presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha reso omaggio alla nostra atleta medaglia d’oro paralimpica Bebe Vio, ospitata a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo e accolta da una lunga standing ovation dei parlamentari presenti nell’aula.
Tutti dovremmo trovare la forza per affrontare le difficoltà guardando l’esempio di vita della coraggiosa Bebe Vio e seguire il suo motto: “Se sembra impossibile allora si può fare”
Susanna Mori 1^A


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